Quando giù al lungomare si giocava a basket…

Ricordi di un tempo andato, quando i ragazzi del Navalcral animavano la spiaggetta che oggi si sta finalmente riqualificando.

Al lungomare, nella zona prospiciente via Cavallotti, ogni giorno un rombo di motori attira l’attenzione dei passanti. Qualcuno si affaccia dalla ringhiera a guardare distrattamente le ruspe in azione per i lavori di riqualificazione della zona sottostante, particolarmente di quella che ospitava gli impianti sportivi del Dopolavoro Cantieri Navali. La mente fa un salto di cinquant’anni indietro, quando su quel campo si alternavano incontri di tennis, non competitivi, a partite di basket. In particolare, un paio di volte la settimana la settimana, a sera inoltrata, in preparazione alla gara domenicale, si allenavano i cestisti della squadra aziendale Navalcral: all’aperto, qualsiasi fossero le condizioni meteo (tranne che in caso di pioggia, per evitare scivolate). Non c’era ovviamente il parquet, ma terra battuta e in caso di cadute non si faceva caso alle ginocchia sbucciate ma ci si rimetteva subito a correre, senza fare drammi.

Ci si recava agli allenamenti a sera inoltrata verso le venti, inderogabilmente dopo aver fatto i compiti a casa. Non c’era nessun genitore ad accompagnare ma si giungeva in gruppo dai diversi punti della città, discorrendo allegramente di partite di calcio e di basket nella massima serie e delle avventure (spesso disavventure) scolastiche. Dopo la scalinata, la medesima che oggi conduce a un noto ristorante, ci si affrettava verso gli spogliatoi, posti dopo una rimessa di barche. Dopo essersi cambiati, tutti a sciamare verso il campo, effettuando tiri di riscaldamento. Nei mesi invernali il freddo pungente si faceva sentire, ma ci si riparava con doppia maglia. Poco o nulla si poteva fare contro il vento che talvolta soffiava così impetuoso, da falsare addirittura la traiettoria dei tiri.

Al suono del fischietto iniziavano i giri di campo, con il mister ben attento affinché nessuno abbreviasse il percorso. Quindi, con la lingua di fuori per la fatica, ci si sottoponeva agli esercizi di scioglimento e alla prova degli schemi. Il sudore iniziava a scendere dalla fronte, così da far abbandonare la doppia maglia. Ormai il freddo era un ricordo. Gli allenamenti proseguivano fino alla partitella, quando le ventuno erano trascorse da un pezzo. Le urla dei giocatori e gli incitamenti (e i rimproveri) del mister riempivano l’aria. Rari passanti dall’alto del lungomare osservano incuriositi, abbandonando presto per il freddo. Giù si continua a giocare, fino al fischio finale… che manda tutti negli spogliatoi, che accolgono con i vapori delle docce e il profumo dei bagnoschiuma, frammisto a quello, non altrettanti piacevole, delle scarpe da ginnastica appena tolte. Si ride e si commenta l’esito della partitella. È il momento di andare. Le comitive si riformavano per il ritorno a casa, ben oltre le ventidue, senza i genitori ad accompagnare.

Altri tempi. I ricordi di quegli anni riempiono le pagine di Facebook facendo ritornare alla memoria compagni andati via chissà dove o che semplicemente non ci sono più. Alcuni li hanno visti, ancor oggi recarsi e ai medesimi orari, recarsi agli allenamenti rincorrendosi scherzosamente per il lungomare. Come allora.

Author: Angelo Diofano

Giornalista pubblicista da 40 anni, è stato per circa trent’anni giornalista del 'Corriere del Giorno', storica testata tarantina non più in edicola, occupandosi di cronaca cittadina, tradizionali popolari, cultura e spettacoli. Ha collaborato con il periodico nazionale Bell’Italia, con Corriere del Mezzogiorno, Voce del Popolo, Corriere di Taranto e altre testate cittadine. Ha pubblicato diversi libri su storia locale e tradizioni popolari. Attualmente scrive per Buonasera24 e, da quarant’anni, per il giornale dell'Arcidiocesi di Taranto Nuovo Dialogo.

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