Il bombardamento delle “Fortezze volanti” su Porta Napoli: la tragedia del ‘43

Quella scheggia di bomba nell’occhio della Madonna della Pace

Scorrono sullo schermo della televisione le orribili immagini dei bombardamenti aerei sull’Ucraina e su Gaza (questi ultimi si spera definitivamente conclusi, con la pace fra Israele e Hamas). La mente va ai racconti dei nostri nonni che ci ricordavano che Taranto durante la seconda guerra mondiale conobbe simili tragedie con le ‘Fortezze volanti’ degli alleati che nell’agosto del 1943 sganciarono il loro carico di morte sulla città. Una testimonianza tangibile di ciò è costituita dalla presenza di una minuscola scheggia di bomba aerea nell’occhio destro del simulacro della Madonna della Pace, venerata nella chiesa della Madonna del Galeso al quartiere Paolo VI.

Furono decine le vittime dei bombardamenti, diverse delle quali non furono mai identificate.

Ci raccontò Enzo Buzzerio, uno dei superstiti di quella tragedia, allora residente a Porta Napoli, che l’arrivo dei bombardieri fu preceduto dal lancio di bengala dai ricognitori. “Rimasi qualche secondo a osservare la scena, con il mare illuminato a giorno: sembrava di assistere ai fuochi pirotecnici per la festa di San Cataldo. Riavutomi dalla sorpresa, iniziai a correre in cerca di un rifugio. Quello che si presentò ai miei occhi fu terrificante: le alte colonne d’acqua sollevate dalle bombe, le barche stracolme di persone al largo (che ritenevano così di essere al sicuro) centrate in pieno e scaraventate in aria come fuscelli, le urla di terrore. Agghiacciante era in particolare lo sferragliare delle catene che univano i grappoli di bombe, un rumore che diventava sempre più forte man mano che si avvicinavano al suolo, preannunciando l’esplosione finale”. Enzo raggiunse la vicina azienda mitilicola Comios e si rannicchiò sotto le vasche colme di frutti di mare. Ma anche lì caddero le bombe. “Si avvertì il boato, seguito da un silenzio ancor più terrificante, poi il buio e l’incoscienza – proseguiva. Le ferite riportate resero necessario il suo ricovero all’ospedale di Ginosa, ma per la mamma, Cosima Tanese, e la sorellina Marcella, di nove anni, non ci fu nulla da fare.

Non fu risparmiata dal bombardamento la cappella della Regina Pacis, che fu ridotta a un cumulo di macerie. Rimase miracolosamente indenne, pur con una minuscola scheggia di bomba nell’occhio destro, la statua della Madonna della Pace, che vi era stata trasferita dopo l’abbattimento nel 1934 della chiesa cui era intitolata in Città vecchia.

Due giorni dopo, il 28 agosto, una nuova incursione aerea seminò daccapo la morte a Porta Napoli. Fu inimmaginabile quanto accadde al Mulino De Matteo, in via Napoli 40, dove per molti la fine fu orrenda. Per la mancanza di mezzi adeguati i soccorritori dovettero scavare a mano tra le macerie per raggiungere quanti vi si trovavano sepolti. Per diversi giorni fu possibile udirne i lamenti, sempre più flebili, finché fu il silenzio, fra lo strazio di chi sperava fino all’ultimo di poter salvare i propri cari. Si raccontò che i soccorritori trovarono sui monconi di muro scritte con il sangue con cui si chiedeva aiuto. Il fatto però non fu mai verificato.

Una targa del Comune, sotto la statua della Madonna, a piazzale Democrate, rievoca l’accaduto. Di sera la luce dei lampioni della piazza si riflette su Mar Piccolo: sono tredici, come i giorni che separavano la data del primo bombardamento (26 agosto) da quella dell’armistizio (8 settembre): sarebbe bastato davvero poco a evitare quella carneficina.

Nel dopoguerra, dopo spostamenti in diverse chiese, nel ’95 il simulacro fu portato dalla chiesa di Sant’Agostino, in Città vecchia, alla Santa Maria del Galeso, da dove domenica 12 alle ore 11 uscirà in processione per le vie del quartiere Paolo VI con la partecipazione dei confratelli della Madonna della Pace.

“La ricorrenza – dice il parroco don Salvatore Magazzino – giunge in uno dei periodi più tormentati del dopoguerra in cui forse mai come ora la pace è stata così in pericolo. Saranno molti i fedeli, provenienti da ogni parte della città, che in tale occasione verranno a rendere omaggio alla Mamma Celeste, implorando pace in tutte le famiglie, nella nostra città, in Italia, in tutto il mondo e soprattutto nei cuori”.

Author: Angelo Diofano

Giornalista pubblicista da 40 anni, è stato per circa trent’anni giornalista del 'Corriere del Giorno', storica testata tarantina non più in edicola, occupandosi di cronaca cittadina, tradizionali popolari, cultura e spettacoli. Ha collaborato con il periodico nazionale Bell’Italia, con Corriere del Mezzogiorno, Voce del Popolo, Corriere di Taranto e altre testate cittadine. Ha pubblicato diversi libri su storia locale e tradizioni popolari. Attualmente scrive per Buonasera24 e, da quarant’anni, per il giornale dell'Arcidiocesi di Taranto Nuovo Dialogo.

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