Taranto: ancora acciaio, 65 anni dopo

A Palazzo di Città Bitetti riunisce la politica per prendere posizione sul futuro del Centro Siderurgico, a 65 anni dalla posa della prima pietra

Era il 9 luglio del 1960 quando, con la posa della prima pietra del IV centro siderurgico, ebbe ufficialmente inizio la storia dell’acciaio di Taranto. In pochi ricordano che allora la politica tarantina si strinse unanime attorno a quell’obiettivo e che, quando il “sogno” sembrava sfuggire in direzione Bari, l’allora sindaco Leone convocò una riunione con i consiglieri comunali e provinciali e con i rappresentanti della Camera di Commercio, per stilare insieme un documento indirizzato al Governo presieduto da Adone Zoli per chiedere (quasi implorare) che fosse definitivamente confermata l’ubicazione del nuovo siderurgico in riva allo Ionio.

Oggi, 10 luglio 2025, a sessantacinque anni di distanza da quei fatti, la politica tarantina si riunisce nuovamente. E l’argomento è sempre lo stesso: l’acciaio. Solo che, se all’epoca esso appariva la soluzione, oggi è il problema. Un problema insolubile.

A convocare l’incontro, il neosindaco Bitetti che ha voluto riunire nel Salone degli Specchi la nuova Giunta da lui appena nominata nonché tutti i nuovi consiglieri comunali in pectore (giacché la loro elezione non è ancora stata ufficializzata e il Consiglio non si è insediato).

Sul tavolo, una bozza di accordo di programma predisposta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con davanti due strade su come realizzare l’obiettivo (la chimera?) della decarbonizzazione della produzione di acciaio a Taranto. La prima, come è noto, prevede la realizzazione di tre forni elettrici e tre impianti per la produzione di preridotto (DRI), che richiederebbero un massiccio afflusso di gas che potrebbe essere assicurato in parte dal prolungamento del gasdotto TAP e in parte dall’installazione di una nave rigassificatrice nella rada di Mar Grande. La seconda prevede invece che gli impianti per la realizzazione del preridotto (e la nave rigassificatrice) vengano collocati a Gioia Tauro.

A quanto ci ha dichiarato lo stesso sindaco Bitetti al termine dell’incontro, nell’intervista che abbiamo pubblicato sulle nostre pagine social, l’ipotesi di una nave rigassificatrice in porto, fosse anche spostata all’altezza della diga foranea e non più al molo polisettoriale come inizialmente ipotizzato, ha raccolto una diffusa contrarietà fra i consiglieri. Le ragioni? Innanzitutto la vicinanza con due siti industriali già ad alto rischio come la raffineria e il siderurgico. In secondo luogo, il timore di ricadute negative sul traffico commerciale (merci e passeggeri) nel porto tarantino, che già ora non riesce proprio a decollare, nonostante spazi immensi e condizioni favorevoli.

Fra cinque giorni il primo cittadino dovrà tornare a Roma per quello che, negli auspici del Ministro Urso, dovrebbe essere il momento decisivo per la sottoscrizione dell’accordo di programma. Ma a Taranto c’è chi suggerisce prudenza e di non farsi mettere fretta. Bitetti non conferma né smentisce questa possibilità. Ribadisce che non si può esprimere un parere veritiero se prima non si vedono le carte.

Ora, al di là di come andrà a finire questa ennesima pagina dell’infinita vicenda Ilva (sulla quale sappiamo che, purtroppo, la politica locale conta fino a un certo punto), osserviamo con curiosità il metodo adottato dal nuovo sindaco per ascoltare tutte le parti prima di prendere una decisione. Speriamo sia solo l’inizio di una stagione di riconciliazione che più volte è stata auspicata dopo le enormi tensioni degli ultimi anni, in cui tutte le parti politiche, ciascuna con il proprio ruolo e senza commistioni e trasformismi, possano dare il proprio contributo. I volti distesi dei consiglieri comunali in uscita dalla riunione fanno ben sperare.

Author: Alessandro Greco

Docente di Italiano e Storia e giornalista pubblicista. Dal 2015 collabora con "La Vita in Cristo e nella Chiesa", fra le più autorevoli riviste italiane di liturgia, con contributi principalmente sul mondo giovanile e sulla Letteratura (con articoli tradotti all'estero). In passato ha scritto per Nuovo Dialogo e soprattutto per il CorrierediTaranto.it, per il quale è stato prima cronista sportivo e poi cronista politico, sino al 2022. Ha collaborato brevemente anche con "L'Edicola del Sud". È co-autore del documentario in dieci puntate "Taranto, la città nella città - Guida ai vicoli per tarantini distratti (e turisti curiosi)".

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