Il Commissario Straordinario Perrotta propone una Consulta del Centro Storico. Sarà l’inizio di un approccio diverso?
«Il mio primo impatto con Taranto è stato proprio con la Città Vecchia». Le parole del Commissario Straordinario Giuliana Perrotta, che conduce l’amministrazione comunale nell’interregno dopo la caduta della seconda Giunta Melucci, dovrebbero fare molto riflettere. Perché noi tarantini lo diamo un po’ per scontato; sappiamo che la città vecchia è lì, con tutti i suoi problemi e le sue criticità. E in un certo senso siamo un po’ rassegnati al fatto che questa sia la normalità. Ma chi viene da fuori non può pensarla così. Quel gomitolo di vicoli in gran parte murati ma traboccanti di storia non può lasciare indifferenti.
E allora, forse, non c’è da stupirsi che ci sia voluto un Papa straniero per avere un’idea così semplice da essere quasi banale: prendere tutte le persone che lavorano ogni giorno per la città vecchia e farle sedere attorno ad un tavolo per parlarne insieme. Una “Consulta del Centro Storico” da riunire mensilmente per fare il punto sugli interventi di rilancio.
Perché, il Commissario ci ha tenuto a precisarlo nella sua nota stampa, «Alcune scelte possono ancora essere orientate, ma è fondamentale il contributo di tutti per dare forma a un cambiamento duraturo e partecipato». Come a dire: non può la sola amministrazione comunale decidere come vanno attuati i progetti.

Da un punto di vista di opportunità politica ci si potrebbe forse interrogare sul fatto che sia un profilo tecnico come quello del Commissario Prefettizio a fare un passo del genere. Forse un atto di questa natura potrebbe risultare un po’ troppo “politico” per chi è chiamato semplicemente a traghettare la città verso le elezioni. E tuttavia, mantenendo lo sguardo lungo che è necessario in questo momento, possiamo dire che non ci interessa concentrarci eccessivamente su chi guiderà la città per appena un altro paio di mesi. Molto di più ci interessa sapere come la pensano al riguardo gli otto candidati sindaco. Daranno seguito a questa iniziativa? Ne proporranno una alternativa? O sceglieranno la strada più semplice, quella di arroccarsi nelle proprie pur legittime attribuzioni di legge e decidere tutto nelle segrete stanze, in forza di una “visione” che passa sopra a chi la città vecchia la vive ogni giorno?
E ancora, già che siamo in tema, ai candidati ci piacerebbe porre una domanda: cosa ne faranno dei risultati dei molti concorsi di idee banditi negli anni passati? Ne terranno conto o, come sempre, ricominceranno dall’anno zero?