La cattiva politica tarantina

Può davvero il sindaco Melucci assolversi da colpe e credere di gestire piroettando una città ormai sull’orlo del baratro?

Quel che accade a Taranto è solo e soltanto cattiva politica. Non c’è dubbio. Le acrobazie del sindaco Melucci ne sono il risultato: da quanto tempo questa città è sotto scacco? Taranto già soffre di una autonomia risicata, da decenni se vogliamo, perché preda dei burattinai di turno e incapace di ribellarsi: ora deve fare i conti pure con personaggi che sbandierano legami da spezzare nell’indecoroso tentativo di deresponsabilizzarsi, quasi come se in tutti questi ultimi anni non avessero pasteggiato assieme a coloro i quali oggi dicono di combattere.

Il sindaco Melucci e i suoi accoliti dimenticano – o fanno finta di dimenticare – che governano questa città ormai dal 2017. Dimenticano – o fanno finta di dimenticare – che quello che oggi considerano ‘nemico’, e cioè soprattutto il presidente della regione Emiliano, fino all’altro ieri era il buon padrino, colui il quale si spendeva per la città e accompagnava per mano proprio l’attuale sindaco Melucci nella sua voglia di… seminare la rinascita.

“La politica del rancore è dolce come un veleno che fossilizza le vene, intorpidisce l’anima e non aiuta a rendere possibile un vero cambiamento” e dove “la colpa è sempre degli altri”, ha scritto qualcuno – non ricordo quando e su quale testata – individuando molto bene il modo di fare della stragrande maggioranza dei politici italiani, impegnati a rappresentar se stessi anziché governare per l’interesse comune, approfittando della scarsa propensione del popolo a capire veramente quel che succede e succube perciò di slogan e di promesse e di lenticchie.

Taranto non sfugge a questo modo di far politica, anzi. In questo giro di valzer, il direttore d’orchestra – l’imprenditor Melucci – ha saputo manipolare le attese popolari abbracciando in pieno il sistema di potere del buon Emiliano. Del resto, non si dimentichi mai che da qui ai prossimi anni Taranto godrà – se sarà capace – di una pioggia di milioni (diverse centinaia…) e gli appetiti sono parecchi. E’ evidente che le pressioni su Melucci, da diversi mesi, siano state notevoli: la torta da spartire è davvero grande. Ma è altrettanto evidente che i ritardi accumulati, la passione per gli annunci anziché per la concretezza dei progetti, le tante ganasce da sfamare, hanno minato le certezze del primo cittadino il quale, forse, ha sopravvalutato le sue capacità. Del resto, visto e considerato ch’egli stesso ha denunciato tali pressioni, vien da chiedersi: perché denunciarle solo oggi? E perché condurre all’agonia una città che ha già un tessuto socio-economico complicatissimo, per certi versi moribondo? Che senso ha proseguire sull’orlo del baratro ben sapendo come la grande incertezza politica agevola la paralisi amministrativa e alimenta i gattopardi? Perché, ancora, il modo rancoroso di reagire all’esser ostaggio delle proprie scelte diventa il colpevolizzare gli altri evitando così di ammettere i propri errori?

Lungo è l’elenco della malagestione di una città che affronta una delle peggiori stagioni della sua più recente storia, dalla mortificante vicenda dell’ex Ilva a quella di un porto commerciale quasi del tutto inutile fino al progressivo depotenziamento dell’Arsenale militare: può davvero una città con problemi enormi permettersi il lusso di gigioneggiare con chi dell’Ente civico ne ha fatto un luna park? E può davvero, ancora, Melucci credere di proseguire in questo modo, con piroette da saltinbanco?

Author: Marcello Di Noi

Giornalista pubblicista da oltre 30 anni, è stato a lungo collaboratore del 'Corriere del Giorno', storica testata giornalistica tarantina purtroppo non più in edicola, occupandosi di Sport e principalmente del Taranto, oltre che di pallavolo, contemporaneamente scrivendo per 'La Gazzetta dello Sport'. Ha poi diretto il mensile di cultura e spettacoli free press 'PiGreco', per poi passare a dirigere il quotidiano TarantOggi. Successivamente ha diretto la testata on line 'CorrierediTaranto'.

1 thought on “La cattiva politica tarantina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scroll Up